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Che sta succedendo al bonario americano medio?

Una vigilessa che stava regolando il traffico di fronte ad una scuola a Venice, Los Angeles, e' stata presa a pugni e calci da una coppia di giovani. I due, bloccati dal cartello di stop agitato dalla poliziotta, hanno fermato la macchina e sono scesi urlando ingirie e percuotendo la donna di 59 anni di fronte a decine di allibiti genitori e bambini. E se ne sono andati rubando il cartello ed il fischietto alla vigilessa. Alcuni testimoni hanno informato il 911, il numero delle emergenze, dopo avere preso nota della targa della vettura. E la coppia e' stata rintracciata in un appartamento poco distante e messa in guardina.
Durante i giorni del Thanksgiving Day concluso con il 'Black Friday' , la giornata degli acquisti a prezzi scontati, si sono verificati in molti stati della Federazione scontri, assalti a beni pubblici e aggressioni da parte di decine di persone rese furiose dalla calca negli aeroporti e dai controlli minuziosi della sicurezza, dalla folla che ha occupato i malls, i centri commerciali. Migliaia di persone hanno trascorso la notte accampate fuori dei negozi pur di potere essere le prime a raggiungere un prodotto superscontato. E qualcuno e' rimasto schiacciato nella calca.
I media si stanno chiedendo cosa stia succedendo agli americani che sembra abbiano perduto il loro tradizionale atteggiamento di tolleranza nei confronti del prossimo.

Berlusconi inetto e incapace, portavoce di Putin

Le rivelazioni di Wikileaks:

«Berlusconi inetto e incapace, portavoce di Putin »
I documenti: «Regali generosi» e contratti energetici redditizi. E sul Pais le «feste selvagge» del premier." (titolo del Corsera online)

Questo il giudizio espresso dai diplomatici dell'Ambasciata americana a Roma nei confronti del primo ministro italiano.

Un giudizio contenuto in alcuni delle centinaia di migliaia di telegrammi diplomatici venuti fuori su Wikileaks, il blog che pubblica documenti super riservati che sta mettendo a repentaglio la diplomazia internazionale.

Con molta sincerita' diciamo al Lettore che per noi si tratta di un "gia' visto e sentito" nel corso degli ultimi anni.

E lo abbiamo testimoniato su queste colonne meritandoci insulti feroci da parte dei fondamentalisti che si rifiutano di farsi attraversare da un minimo dubbio sull'oggetto del loro appassionato amore.

Il giudizio inviato da Roma al Dipartimento di Stato, corrisponde purtroppo alle battute ed allo scherno che qui a Washington in maniera nemmeno troppo velata i nostri interlocutori americani o diplomatici di altri paesi ci indirizzano parlando delle cose italiane.

E si tratta di un andazzo che va avanti da anni, alimentato dalle tremende gaffes e cadute di stile del massimo rappresentante della politica italiana. Situazioni imbarazzanti giudicate in Italia dai fans come 'carinerie', mentre in tutto il resto del mondo civile sono oggetto di biasimo.

Ci hanno accusato di minare con questi articoli l'immagine del nostro Paese, perche' per molti i panni sporchi si devono lavare in casa.

Ma quando i panni sono insudiciati da comportamenti tenuti in consessi internazionali non possiamo essere accusati di lesa maesta' se i media di tutto il mondo poi pubblicano fotografie e servizi.

Molti dei sostenitori ad oltranza del cosiddetto cavaliere non comprendono che un conto e' recitare una scurrile commedia all'italiana su un palcoscenico della filodrammatica di quartiere di fronte ad una platea sgangherata ed un conto e' avventurarsi su un proscenio internazionale dove contano le buone maniere ed uno spessore di educazione di fondo che non si compra con il denaro ma deve essere metabolizzato attraverso un umile e costante apprendimento.

Non ci fanno piacere questi giudizi e non ne godiamo. Per fortuna nel corso dei secoli tanti italiani hanno meritato e continuano a meritare il rispetto della comunita' internazionale e del popolo americano.

Ed e' grazie alla ammirazione che spontaneamente i nostri interlocutori riservano all'Italia, al suo patrimonio culturale ed al contributo dato alla nascita ed allo sviluppo degli Stati Uniti che abbiamo rafforzato in questi anni di vita americana il nostro amore per la nostra Terra di origine.

Obama preso a gomitate



Rey Decerega, director of programs for the Congressional Hispanic Caucus Institute, e' l'autore della gomitata che ha mandato in tilt il Presidente Obama durante una partita di pallacanestro giocata nella palestra della Casa Bianca nel fine settimana del Giorno del Ringraziamento.
Il medico di turno nella casa del presidente ha applicato al 49nne Obama ben dodici punti all'interno del cavo orale con una anestesia locale. Obama e' stato colto dai teleobiettivi dei fotografi dietro ad una finestra con una compressa gelata sulla bocca.
I presidenti americani hanno sempre vicino un supporto medico e infermieristico che viaggia nelle 'motorcade' in una macchina speciale, insieme alle altre auto dei servizi segreti oppure sullo Air One presidenziale in qualsiasi spostamento aereo.
I presidenti americani hanno avuto spesso bisogno di interventi medici di emergenza.
Tra i piu' recenti si ricorda quando George W Bush rischio' di soffocare per un pretzel che gli era andato di traverso al punto di fargli perdere conoscenza. Senza parlare delle volte che volendo andare sulla mountain bike ha fatto dei capitomboli.

Bill Clinton ha avuto un intervento chirurgico ed ha usato per mesi le stampelle per un tendine rotto ad un ginocchio quando ha mancato uno scalino nella casa del campione di golf Greg Norman in Florida.

Il vecchio Bush ando' in ospedale per una tachicardia mentre faceva jogging a Camp David, un problema poi attribuito ad un funzionamento irregolare della tiroide. Senza parlare di quando vomito' addosso al primo ministro giapponese nel corso di un banchetto ufficiale a Tokyo perche' assalito da una violenta forma virale.

Anche Jimmy Carter svenne a Camp David mentre correva.

Ronald Reagan fu colpito al petto nel 1981 durante un tentattivo di assassinio che si concluse con il ferimento di una delle sue body guard rimasta paralizzata per tutta la vita.

Cliente abituale del noto ospedale navale di Bethesda il vicepresidente repubblicano Dick Cheney, 69 anni, che ha avuto cinque attacchi di cuore dall'eta' di 37 anni. Recentemente gli e' stata installata una pompa per aiutare il sistema cardiovascolare.

Uccide piu' il fumo che le guerre

Il fumo secondario, cioe' quello che voi inalate da un fumatore che vi sta accanto, uccide ogni anno 650mila persone e tra queste sono calcolati in 165mila i bambini al disotto dei 5 anni.
Questi dati sono contenuti in un rapporto della The World Health Organization condotto in 192 paesi e pubblicato da The Lancet.

Il tabacco uccide ogni anno a livello mondiale 5,7 milioni di persone.

Negli Stati Uniti, 35 stati su 50, il District of Columbia da cui scriviamo, Puerto Rico e le Northern Mariana Islands hanno leggi contro il fumo, che consentono di proteggere il 79% della popolazione.

Il capo della Qatar Airways critica la Boeing


Il capo della Qatar Airways ha criticato Boeing per i ritardi nella consegna del suo super reclamizzato B787, dopo che in un prototipo si e' manifestato un incendio.

Le consegne di questo aereo della Boeing sono slittate di oltre tre anni.

In un lungo servizio della Reuters, Akbar Al Baker, CEO della Qatar, si e'lamentato per questi ritardi della Boeing e ha preso di mira anche la Bombardier canadese che dovrebbe uscire con il suo aereo della classe C da 150 posti, sviluppo dei regionali che hanno avuto molto successo negli ultimi anni.

Al Baker ha detto poi che sta considerando di aumentare l'ordine fatto alla Airbus dello A380 il piu' grande aereo del mondo con 500 posti. Ma il CEO della Qatar non ha specificato quale tipo di motore scegliera' per questo aereo.

Come si ricordera' la Qantas australiana ha messo a terra la sua flotta di A380 dopo lo scoppio di uno dei motori Rolls Royce su un aereo della compagnia che e' stato fatto atterrare grazie alla abilita' dei suoi piloti, nonostante i gravi danni che si sono verificati nell'ala sinistra.

Il CEO della Qatar e' particolarmente polemico con AirFrance ed altre compagnie europee per la discriminazione che secondo lui verrebbe fatta a favore delle concorrenti linee aeree arabe.

"Noi dobbiamo contare su noi stessi - ha detto- e non abbiamo pozzi di petrolio dietro le spalle.", affermazione un po' azzardata considerando la fonte.

Noi Italiani abbiamo ispirato l'architettura degli Americani

Andrea Palladio, The Revolutionary from National Building Museum on Vimeo.



From the Website of the National Building Museum (nbm.org):
Palladio and His Legacy offers a rare opportunity to see some of the most important drawings in the world of architecture—thirty-one, 16th-century works from the hand of the Italian Renaissance master Andrea Palladio. These illustrations link the splendor of ancient Rome to the power and wealth of the Venetian Republic and, ultimately, to the symbols of our American democracy.
The Late Italian Renaissance master Andrea Palladio (1508–1580) is the most influential architect of the last 500 years. His architecture synthesized the lessons of the ancient Romans with the achievements of his predecessors and contemporaries, including Bramante, Raphael, and Michelangelo. Palladio's mastery of the classical orders, proportion, and harmony was unparalleled. His projects in Venice and the surrounding region set new standards in design and redefined the potential of the art form, especially for domestic structures. Palladio's legacy was secured in 1570 when he published I Quattro Libri dell'Architettura (The Four Books on Architecture). One part theory, one part portfolio, and two parts archaeology, this work has had a more profound impact on the built world than any architectural treatise before or since.

Conjectural portrait of Andrea Palladio, c. 1715.
Engraved after Sebastiano Ricci (1659-1734). Courtesy RIBA British Architectural Library.

In America, to an even greater extent than in Europe, or even Britain, the illustrations and words of Palladio have forged an enduring legacy: classical forms have been appropriated and incorporated into the mainstream of architectural expression. By liberally applying the signature motif of ancient temples, the columned portico, to the residential realm, he forever elevated the potential of the humblest home. His five-part schemes linking a primary residence and its accessory farm structures into a symmetrical and cohesive composition became models for how to organize plantations, or nearly any group of related structures. And Palladio's comprehensive reconstruction drawings of Roman temples inspired the design of our temples to democracy—the nation's public buildings—in the monumental Classical Style.
Organizers
Palladio and His Legacy: A Transatlantic Journey is organized by the Royal Institute of British Architects Trust, London, in association with the Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Vicenza, and is presented in Washington, D.C. in partnership with the National Building Museum.
Curatorial Team: Charles Hind and Irena Murray, Royal Institute of British Architects (RIBA) British Architectural Library; Guido Beltramini, CISA Palladio; and Calder Loth, Virginia Department of Historic Resources. Coordinating curator for the National Building Museum: Chrysanthe Broikos.
Plaster models specially created and loaned by Timothy Richards of Bath, England, and bas reliefs by Ivan Simonato.
Sponsors
Support for the traveling exhibition is provided by many generous contributors, including:
Richard H. Driehaus Charitable Lead Trust
Regione del Veneto
British Architectural Library Trust
Dainese
The Gladys Krieble Delmas Foundation
Center for Palladian Studies in America, Inc.
William T. Kemper Foundation
Samuel H. Kress Foundation
Andrew D. Stone
Richard Wernham and Julia West
The presentation of Palladio and His Legacy at the National Building Museum is made possible by many generous contributors, including:
Federazione Veneta BCC
Isabella del Frate Rayburn
Maurice Kanbar
Leo A. Daly III, FAIA, RIBA
Anonymous (1)
Barboursville Vineyards - Zonin Family
Robert W. and Louisa C. Duemling
EvensonBest and Knoll
Herman Miller Inc
The Italian Cultural Institute in Washington, DC
John J. Medveckis
Martha McGeary Snider
Mallory and Diana Walker
In addition, the National Building Museum is extremely grateful to the Embassy of Italy for its invaluable assistance and to Anne Kriken Mann as well as the National Italian American Foundation (NIAF) for their special support.

Kokomo, Obama e Marchionne


Il Presidente Barack Obama, il Vice President Joe Biden e altri ospiti speciali sono stati i protagonisti della visita che il Capo dello Stato ha fatto allo stabilimento della Chrysler di Kokomo (Indiana) che produce trasmissioni per auto.
Per due volte Obama nel suo intervento ha ricordato Sergio Marchionne, CEO della Chrysler (al suo fianco nel palco) ed il suo impegno nell'investire altri 843 milioni di dollari in questo impianto che ha ricominciato a impiegare manodopera dopo gli ultimi due anni di crisi e di licenziamenti.
Obama ha detto che Kokomo e' lo specchio dell'America che non si lascia abbattere dal pessimismo ed e' determinata nel risollevarsi.
Parlando di Marchionne ha detto che e' grazie alla sua capacita' ed al contributo dato dal sindacato dei lavoratori dell'auto che lo stabilimento Chrysler ricomincia a produrre profitto e puo' di nuovo assorbire manodopera. E le migliaia di operai presenti nel capannone hanno salutato il manager italo-canadese con grandi applausi e urla di incoraggiamento.
La Chrysler ha ridotto il suo indebitamento e si prevede un pre-tax profit di $700 milioni quest'anno, a fronte di una previsione di $200 milioni. La stima e' inoltre che alla fine del 2010 il cash flow possa ammontare a $500 milioni.
Obama ha detto che grazie all'intervento fatto dal suo governo in aiuto delle tre grandi dell'automobile, le macchine prodotte negli Stati Uniti hanno riconquistato, dopo dieci anni di stagnazione e di regresso, una significativa quota del mercato. Obama ha detto che la General Motors, dopo solo 18 mesi, sta restituendo quanto il governo federale aveva dato in termini di aiuto. E questi denari saranno utilizzati per sostenere altri settori dell'economia.
A conclusione del suo appassionato intervento il presidente degli Stati Uniti ha detto: "Non bisogna scommettere contro l'auto, non bisogna scommettere contro l'America, non bisogna scommettere contro i lavoratori americani".

Berlusconi e Tremaglia

Da L'Espresso

"Berlusconi ha detto che manderà in pensione gli italiani all'estero", ribatte a L'espresso l'onorevole Tremaglia, "ma sarò io a mandare in pensione lui".


...Lei sostiene di aver «portato a compimento la democrazia in Italia» dando il voto a milioni di italiani all'estero. Ma pensa che il nostro sia un Paese compiutamente democratico?
"No, e uno dei motivi per i quali ho votato contro la fiducia a Berlusconi alla Camera è stato proprio questo."

Berlusconi è antidemocratico?
"Sì. È stato lui a dare il via a una legge per il reato di immigrazione clandestina. Che colpisce i migranti non perché commettono una qualche infrazione, ma per il semplice fatto di essere migranti. Ma se questa regola fosse stata applicata a noi italiani, che siamo arrivati a oltre 90 milioni di migranti, avremmo dovuto essere mandati via. E poi questo governo ha dimenticato gli italiani nel mondo. Su cui Berlusconi ne ha dette di tutti i colori. La mia legge, invece, va modificata introducendo lo scrutinio segreto nelle ambasciate e nei consolati. E il ministero per gli italiani all'estero va ripristinato."

Dall'Italia arrivano le solite ingiurie

Riceviamo dal Sig. Lorenzo Cafaro e pubblichiamo.Per quanto ci riguarda non riteniamo opportuno rispondere alle ingiurie perche' non e' nel nostro stile. Liberi i nostri Lettori di qualsiasi orientamento di mantenere un contatto con questo cittadino italiano. Magari mandandoci copia della missiva che pubblicheremo per ampliare la platea dei commenti. lorenzo cafaro [lorenzo.cafaro@gmail.com]
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Caro Oscar

"Silvio Gets Taken Down
Berlusconi's latest sex scandal is the least of his mounting problems.
by Jacopo Barigazzi November 15, 2010"

Già, già, ma questo Barigazzi ha un nome sospetto.
Per sua informazione, ecco che accade in giro:

"Caro Mario
grazie per avermi forwardato quel messaggio. Io a Londra ho vissuto 7 anni, in questi 7 anni mi sono fatto tanti amici inglesi (oltre al fatto che sono al 25% inglese e che ho tanti parenti), bene, questo per dire che tra questi mie amici inglesi ce ne sono diversi che fanno i giornalisti, i quali mi hanno sempre confermato quello che hai scritto tu. Questo accade in particolare all'Economist, in particolare ricorderai gli articoli al veleno contro Berlusconi ricordo che quando uscì il famoso articolo "berlusconi unfit to rule Italy" alla sera andai a una festa al Victoria & Albert Musuem dove c'era un gruppo di giornalisti dell'Economist, tra i quali una mia carissima amica, che mi dissero "hai visto che articolo abbiamo pubblicato oggi? l'ha scritto ..." e mi fecero il nome. Il nome glielo lascio immaginare, ma era un italiano in Italia che agiva per conto di certi interessi.
Saluti
Paolo"

La sinistra connection funziona: acca nisciuno è fesso. Allegria, sputtaniamo pure. Ma tanto per non essere frainteso: non è che muoia per Berlusconi, ma ci vuole anche un poco di buon senso. Ma le pare possibile che questi non ne indovinino una neanche per sbaglio, ed invece Prodi...lui si, quando era il presidente dell'IRI, ai tempi della liquidazione SME, etc etc.
A proposito di quanto da lei scrittomi di recente, è lei che mi ha cercato, se non gradisce le mie critiche (democratiche, come dite voi) mi cancelli. L'invasore, se vogliamo, è lei, ma come al solito siete bravi a girare la frittata. Quindi chi se la suona e se la canta è lei. Se poi volessimo fare discorsi seri, ce ne sarebbero da fare, altro che le lobby americane qui in Italia. Si è letto, per esempio, "La deriva giustizialista" del ex senatore PD Pellegrino? Solo l'ultimo in ordine di tempo. Mi sa dire come mai Prodi e Berlusconi cadono su questioni di interventi sulla giustizia? Un piccolo argomento, solo come esempio, tanto per non parlare del solito fumo negli occhi del sesso del Primo Ministro. E ce ne sono migliaia, per noi italiani che viviamo sul serio in questo Paese e ci paghiamo le salate tasse, altro che voi in America. Quello che fa più rabbia è che voi che vivete all'estero dovreste dare una mano ed essere obiettivi, dare a tutti quel che meritano, invece siete più scalmanati dei tifosi in curva. Sembrerebbe evidente: avete intrallazzi = qualcuno vi paga, altrimenti non si spiegherebbe. E devo dire, a sua parziale discolpa (aver compagnia ...), che non è l'unico: che ne sono diversi, astiosi , con la bava alla bocca, li vedo come mi ingiuriano quando per caso Severgnini mi pubblica.Ma voi non volete correggere la deriva evidente del Paese: voi siete solo contro i governi di destra. A voi dell'immenso letamaio delle caste di giustizia, sindacati, pubblica amministrazione, notai, medici, farmacisti, avvocati e perchè no, politici di tutti i colori e preti, non frega proprio niente.
Se la goda, l'America.

Il Giorno del Ringraziamento con il 'pat down'

Gli americani sono inferociti con il sig. John Pistole il capo della Trasnsportation Security Administration, l'agenzia federale preposta ai controlli di scurezza sui passeggeri negli aeroporti. Migliaia di persone si rifiutano di passare attraverso i body scanners, le macchine che mettono a nudo, e' il caso di dirlo, ogni pertugio del corpo umano alla ricerca di esplosivi nascosti per far saltare l'aereo su cui il o la terrorista suicida vuole imbarcarsi.
In questi giorni che precedono il Thanksgiving Day 25 milioni di passeggeri si spostano in aereo per raggiungere i componenti della famiglia che durante l'anno sono separati da centinaia se non migliaia di chilometri.
Se qualcuno rifiuta di sottoporsi all'esame del body scanner deve prendere una decisione: o accetta il 'pat down' oppure rinuncia al viaggio. Non ci sono alternative. Il 'pat down' consiste in un toccamento accurato da parte del personale della TSA. Per le donne si espolorano i seni e si prosegue nella zona pubica. Per gli uomini l'esplorazione si spinge fino all'area dei genitali. Un anno fa solo l'imperizia del bombarolo suicida con l'esplosivo nelle mutande ha impedito che si verificasse un disastro su un volo che proveniva da Amsterdam. Ma la memoria degli americani e' molto corta. E la sacralita' del proprio corpo e della privacy e' molto forte in un paese in cui la cultura predominante e' da senpre "do not touch me!"

Il Cavaliere e la strategia del camaleonte

Questa opinione e' stata pubblicata da La Stampa e riteniamo che sia l'analisi piu' corretta del'attuale situazione italiana. Berlusconi non e' finito. Anzi. Milioni di italiani sono pronti a sostenerlo di nuovo. Grazie al fatto che non esiste una opposizione e che i cattolici sono quelli del "tre-pater-ave-gloria" e poi si ricomincia a peccare.
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Il Cavaliere e la strategia
del camaleonte

GIAN ENRICO RUSCONI

Dopo il Caimano avremo il Camaleonte. L’animale che cambia il colore della pelle per muoversi con sicurezza in un ambiente diventato ostile ed attaccare il nemico. Se l’obiettivo di Berlusconi è rimanere al potere, deve solo trovare il modo di ricompattare con operazioni cosmetiche (di cui è maestro) le forze necessarie. E nel parterre politico italiano ce ne sono a sufficienza.

C’è una singolare contraddizione nelle analisi che da mesi enfaticamente annunciano la fine di Berlusconi. C’è incongruenza nelle conclusioni. Se il berlusconismo non è semplicemente espressione di una persona ma sintomo di una profonda mutazione della società, del costume e della mentalità diffusa presso ampi strati sociali, perché dovrebbe sparire d’incanto? Bastano davvero le senili sciocchezze personali del Cavaliere? Se dietro ad esse funziona sempre «il far finta di fare» (Fini) che consente il «fare i propri affari», che sta a cuore ai sostenitori di Berlusconi, perché dovrebbero abbandonarlo?

Basta che milioni di telespettatori assistano maliziosamente divertiti alla messa in berlina o al match di alcuni potenti, per segnalare un potenziale risveglio alternativo?

Ma questa è semplicemente l’ultima versione mediatica di un antico (mal)costume italico. Ridere dei potenti e stare a guardare come va a finire, senza esporsi.

Dov’è il soprassalto morale dell’«altra» società, dov’è la fantomatica «società civile» con le sue energie sane e alternative? Che fanno i cattolici che sono la parte più consistente e qualificata della «società civile»? Ma di quali cattolici parliamo? Di quelli che condividono i giudizi severi di «Famiglia cristiana»? Una severità per altro che va in tutte le direzioni (anche contro il «vanitoso» don Gallo). O parliamo dei cattolici che sostengono le tesi di mons. Rino Fisichella, disposto a tutto comprendere e perdonare pur di avere nel berlusconismo una sponda antilaica e antisinistra? O semplicemente quei credenti (forse la maggioranza) che a Messa o fuori sono infastiditi da qualunque allusione considerata «politica»? Nella gerarchia poi sembra prevalere una mentalità iper-istituzionale: pur nei suoi espliciti rimproveri morali deve stare attenta a non mettere a repentaglio le risorse finanziarie e il sostegno in campo giuridico che le offre il governo più «compiacente» (parole di Berlusconi) mai avuto dopo il Concordato. Molti alti prelati non sopportano l’idea di dover fare di nuovo i conti con i «cattolici adulti». Sin tanto che il mondo cattolico è diviso e politicamente opportunista, Berlusconi può stare tranquillo.

Il Cavaliere è riuscito a creare o a saldare attorno a sé una nuova classe politica, reinventandola o riciclandola dai vecchi partiti, al punto che non si vede all’orizzonte una nuova classe politica alternativa. Questa infatti rischia di essere «ciò che resta» delle vecchie forze politiche nebulosamente orientate verso il centro. Per non parlare di ciò che resta della sinistra masochisticamente ripiegata su se stessa.

Rimane la Lega, ora diventata baluardo del berlusconismo. Strano destino, basato su un patto di reciproco interesse. A Berlusconi interessa la sopravvivenza politica, a Bossi sta a cuore il federalismo. Ma che cosa significhi concretamente questo progetto, non è chiaro. Lo ripetono anche quei pochi analisti che cercano seriamente di andare a fondo del progetto bossiano. In realtà i leghisti lo sanno benissimo: federalismo significa che «ci teniamoci i nostri soldi», «paghiamo meno tasse», «non dipendiamo più dalla burocrazia romana». Più chiaro di così...

Il problema adesso è che cosa è disposto a concedere su questi punti il governo, e soprattutto Tremonti. Bossi fa il gioco di sempre: sta con Berlusconi, ma insieme pensa al dopo; lo sostiene ma dice apertamente (a suo modo lealmente) che non condivide le sue opinioni. Vuole le elezioni perché è l’unico modo di tenere sulla corda gli elettori che vogliono il federalismo che non arriverà certamente da un governo che ha di mira la sola sopravvivenza.

Ma forse sottovalutano il camaleonte Berlusconi che diventerà più verde per mimetizzarsi con i leghisti, sarà azzurro per tenere attorno a sé il malconcio «popolo delle libertà» e sarà sempre bianco per rabbonire i cattolici di chiesa. Chi si aspettava la sua fine imminente, deve riaggiustare le previsioni.

Romano Prodi al Brookings Institute



Sala strapiena di giovani docenti universitari, studenti, esponenti del mondo politico, consulenti di passate e della presente Amministrazione.
Romano, come lo chiamano affettuosamente gli amici americani che gli si affollano intorno nel corridoio, arriva trascinando il suo carry on, abito scuro un po’ stazzonato.
Siede insieme a Paavo Lipponen, un omone di due metri, ex primo ministro della Finlandia e a Jeremy Shapiro, assistant secretary of state for Europe and Eurasia al Dipartimento di Stato. I tre panelisti sono presentati da Justin Vaisse, senior fellow in Foreign Policy at the Brookings Institution. Il finlandese Lipponen nel suo intervento gronda pessimismo sulla situazione internazionale e soprattutto sul problema Cina che, secondo lui dovrebbe essere ‘contenuta’ da una azione analoga a quella fatta da Kennedy nei confronti della Russia durante la Guerra Fredda. Jeremy Shapiro si limita a ripetere la solita litania dello State Department, schiacciato dall’attivismo internazionale del presidente Obama. Quanto a Prodi, del quale potete seguire l’intervento qui sopra,egli afferma che, purtroppo, per gli americani da qualche tempo l’Europa non è più sexy. Tutto l’interesse dell’America si concentra ormai sulla Cina. Eppure, dice Prodi, l’Europa ha il più grande GNP, le maggiori esportazioni industriali ed è un mercato di 400 milioni di persone. Anche problemi di estrema gravità come la bancarotta della Grecia e le attuali difficoltà di nazioni come la Spagna e l’Irlanda devono essere viste come una manifestazione di concreta capacità dell’Europa di risolvere i propri problemi, nonostante i ricorrenti conati di nazionalismo che emergono ogni tanto. Concludendo il suo intervento, Romano Prodi ha ricordato che Obama trascura in ogni suo discorso a livello internazionale di citare l’Europa. Anche se il giorno dopo nella sua sosta a Lisbona il presidente americano ha dovuto riconoscere l’importanza dei legami secolari che uniscono i due continenti tra una sponda e l’altra dell’Atlantico.

Ore di terrore sul A380 della Qantas

I piloti della maggiori linee aeree sono allenati a fronteggiare gli imprevisti di volo. Ma nessuno dei cinque componenti la cabina del A380 della Qantas in volo sul Pacifico poteva prevedere 54 allarmi che suonavano in contemporanea, mentre uno dei quattro enormi motori Rolls Royce andava a fuoco, lanciando contro l'ala frammenti di metallo che hanno tagliato collegamenti elettrici e forato i serbatoi del carburante.

In una intervista concessa alla Associated Press il vicepresidente della Associazione Internazionale Piloti, racconta in dettaglio l'esperienza vissuta dai colleghi con i quali ha parlato a lungo. E si tratta di comandanti con alle spalle migliaia di ore di volo sugli aerei di quella che viene giudicata la compagnia piu' sicura del mondo.

Il problema principale e' stato come riuscire a far volare l'enorme aereo, sbilanciato sulla destra perche' non era stato possibile far defluire il carburante verso l'altra ala a causa del mancato funzonamento degli apparati elettrici. E si parla di un aereo in cui ogni comando e' ridondante proprio nella previsione che qualcosa non funzioni e debba essere sostituita immediatamente.

Per cinquanta minuti i cinque piloti hanno cercato di controllare lo A380 in avvicinamento all'aeroporto dove i mezzi di soccorso erano stati schierati.

I portelloni dei carrelli non si aprivano per la mancanza di energia elettrica e si e' deciso di sbloccarli facendoli calare per gravita'.

I flaps o freni aerodinamici erano stati danneggiati. Cosi' l'aereo ha toccato la pista a velocita' superiore a quella consentita sollecitando i freni che sono doventati incandescenti.

er fortuna il cherosene che usciva dal serbatoio dell'ala e dal motore non e' entrato in contatto con i dischi incandescenti dei freni. Diversi pneumatici sono scoppiati. I piloti hanno voluto percorrere tutta la pista per portarsi vicino ai mezzi antincendio che si sono attivati immediatamente per fare abbassare la temperatura dei dischi freni.

Tutto e' bene quel che finisce bene. Ma la Qantas ha messo a terra la flotta dei suoi A380. E la Rolls Royce ha dovuto impegnarsi nella sostituzione di 40 motori che hanno messo in crisi la pianficazione della sua produzione.

Nessun problema invece sugli A380 che sono equipaggiati con motori prodotti dalla General Electric.

Newsweek parla di noi


Silvio Gets Taken Down
Berlusconi’s latest sex scandal is the least of his mounting problems.
by Jacopo Barigazzi November 15, 2010

(foto by Tiziana Fabi/AFP)

Every so often, Italians are reminded their country is falling apart, and why. Earlier this month, for instance, heavy rains and lack of attention reduced to rubble the famous House of Gladiators in ancient Pompeii. That was bad enough. Then the minister in charge of archeological sites, when asked if he would resign in shame, responded that he wasn’t really responsible.

That’s the way government works in Italy. No responsibility. No shame. No attention to a crumbling country. Today the economy is almost as frozen in time as the ash-covered ruins of Pompeii. For 20 years Italy has had virtually no growth, and nobody accepts the blame.

But on the political front, at least, change may be coming. Prime Minister Silvio Berlusconi, who has shown a miraculous knack for surviving charges of massive corruption and allegations that he leads the kind of life a decadent Roman emperor would have envied, suddenly appears to be losing his touch. Certainly he is losing key supporters.

Defying the Berlusconi-Bimbo Stereotype The proximate cause is yet another sex scandal. Berlusconi, 74, is reported to have played “bunga-bunga,” a sort of ritual he said he heard about from Libyan dictator Muammar Kaddafi. It’s a romp with a bevy of nude women, and among them, in Berlusconi’s case, was a voluptuous Moroccan immigrant with the stage name Ruby the Heartbreaker, who happened to be underage at the time. When she was later picked up by police on a larceny charge, Berlusconi personally tried to persuade the cops to let her go because, among other things, she was the niece of Egypt’s president. The Egyptian Embassy in Rome had to issue a statement saying, well, no, she wasn’t.

The whole affair was at least as silly as it was salacious. Ruby says she lied to Berlusconi about her age and she never actually had sex with the old satyr. And while such narratives of lust once actually enhanced the prime minister’s hard-won reputation for virility, this time around the stories left rather the opposite impression.

In any case, the scandal was just the pretext needed for Berlusconi’s erstwhile supporters to turn their backs on him after years of growing disappointment in the state of the nation. Gianfranco Fini, the leader of the lower house of Parliament, told a rally earlier this month, “We cannot go on this way.” But Fini had split publicly with the prime minister back in July, after a 16-year alliance. Now Fini is forming his own party, and he’s been threatening to pull out of the government altogether. According to Italian media he can count on the support of some 2,600 local officials and 47 lawmakers joining him from the ranks of Berlusconi’s party. If his party were to vote with the opposition in Parliament, he could bring down the government.

The Catholic Church could be an even bigger problem for Berlusconi. For years it seemed almost oblivious to his manifest mischief, but after the latest uproar Avvenire, the daily newspaper published by Italy’s bishops, declared that “personal sobriety and decorous respect of the public office one represents is the minimum” that should be expected of a country’s leader. Berlusconi had to scrap a planned appearance at a conference on family values after some participants said they were uneasy with his presence.

Major business interests are also growing uneasy. Before Berlusconi was a politician he was a billionaire media mogul, and his core support has been among Italy’s small- and medium-size companies. But now Confindustria, the powerful association of entrepreneurs and industrialists, has backed away from him. Emma Marcegaglia, the head of the organization, said pointedly that it’s time to recover “a sense of dignity. Otherwise it is not possible to go ahead.” And that’s not just a matter of bunga-bunga.

Italy’s government is so dysfunctional that it took 153 days to appoint a new minister for economic development after the previous one resigned because of a corruption scandal. Italy has emerged from its worst recession in 60 years, but only barely. Last year the economy shrank 5 percent. This year it’s projected to grow 1.2 percent, but prospects for further growth are severely limited. Finance Minister Giulio Tremonti used to say that Italy only had to wait for Germany to recover and then things would improve. But while Berlin’s economy managed to grow by a record 2.2 percent in the second quarter this year, Italy couldn’t squeeze out half a point. Meanwhile, Italy’s debts are mounting to truly desperate levels.

According to HSBC, Italy will account for more than a third of the €71 billion of bonds that EU governments sell in November. Italy is the third-largest economy in the euro zone, and it’s carrying, by far, the biggest debt burden: about 120 percent of gross domestic product. Next year Italy is expected to sell more than €225 billion worth of bonds—more than Spain, Portugal, Ireland, and Greece combined. And premium investors are starting to expect a yield on Italian debt similar to what they demand from those smaller, supposedly shakier countries.

Stefano Casertano at Potsdam University argues that “the markets are waiting” to see how the Italian political crisis evolves (and also how the G20 meeting in Seoul shakes out). While Standard & Poor’s recently confirmed its A-plus rating for Italy’s sovereign debt, it also warned that Italy’s ratings “could come under downward pressure if political instability were to impede the implementation of the current plan” to achieve budget targets.

Huge practical questions loom ahead that will require tough political and financial decisions, and there’s very little hope of a rescue if things go wrong. The nominal size of Italy’s debt, at about €1.8 trillion, makes it too big to be shored up by the EU’s €750 billion financial backstop that was set up after Greece nearly defaulted in May. If the EU goes ahead and enforces rules on debt levels that require total borrowing be no more than 60 percent of GDP, Italy would have to start making truly massive cuts. But who is debating—who is deciding—how to meet these challenges? Not Berlusconi. Not the Parliament he controls.

Everyone is in a state of political paralysis. Fini is not ready to go to the polls yet. Neither are any of the other potential leaders of the opposition, like Luca Cordero di Montezemolo, the former head of Confindustria. Berlusconi, meanwhile, is waiting for a crucial decision from the Constitutional Court, which is supposed to decide on Dec. 14 whether the last law introduced to keep anti-corruption prosecutors away from his door will actually hold up. The earliest that elections might be held would be in the spring, and according to pollster Renato Mannheimer, the results could keep Berlusconi in office—but with a split Parliament that’s even more ineffectual than the present one.

The resulting disaster might not be as dramatic as the last days of Pompeii, or as sudden as the recent collapse of ruins there. But if Italy’s leaders don’t start paying more attention to the country’s needs, taking tough decisions and full responsibility, the future of millions of people could be reduced to ashes.

Tonnellate di cocaina su voli speciali per l'Europa

Il consumo di cocaina negli Stati Uniti e 'flat', stabile e non vi sono sintomi di crescita. Mentre dall'Europa ed in particolare dall'Italia sta aumentando la richiesta di questa droga. Ed allora i trafficanti boliviani hanno pensato di trasportare tonnellate di cocaina con grossi aeroplani ormai usciti dalle linee aereee. I voli calendarizzati in un paio al mese, vengono fatti secondo la Associated Press, con destino finale un aeroporto privato in Guinea ed altre localita' dell'Africa occidentale. Da qui le tonnellate di droga sono smaltite lungo le rotte tradizionali della cocaina che deve raggiungere i mercati europei. Sull'Atlantico i radar non funzionano e quindi far volare questi aerei sembra essere abbastanza facile. I piloti sono pagati cifre che raggiungono e superano i 300mila euro a viaggio. La DEA, l'agenzia statunitense per la lotta alle droghe, sta conducendo da tempo indagini accurate grazie a propri agenti infiltrati nelle organizzazioni criminali. Anche il presidente Hugo Chavez del Venezuela sembra stia dando un consistente aiuto agli americani, controllando gli aeroporti di partenza dal proprio territorio.

Mentre in Italia va in scena la 'comoedia' all'estero si lavora

Riceviamo da Dennis F. Miller
Vice President & Science Advisor
Solena Group, Inc.
1300 Pennsylvania Ave., N.W.
Reagan Building and International Trade Center
Washington, D.C. 20004
202.682.2405

Chissa' se gli italiani che pensano solo ai guai di Berlusconi riescono a rendersi conto che il mondo va avanti. Buona lettura)
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Dear Sir: the Symposium agenda at MIT looks impressive, interesting, and mostly focuses on buildings and auto transport. I thought that in terms of ground transport an important missing component is the question of biofuels. For the EU major goals and implantation actions have been taken both for ground transport fuels, as well as biojet fuels for jets flying into EU airspace. We are also seeing this same fuels issue in regard to ocean going freighters that use now highly contaminated diesel fuel. Solena’s approach on biofuels is to produce a biofuel that contains no SOX or particulate matter with carbon neutral CO2 emissions. Thus, we are in the process of developing plants to produce a biomass based fuel for jet aircraft and the news release below touches on our efforts working with British Airways in London. We developing a similar biojet fuel plant for Lufthansa in Hamburg for its jet fleet. Similar projects are being discussed with SAS, Air France, Ryan Air, and Qantas, as well as most air line companies in the U.S. Our ASTM certified fuel when burned in a jet engine emits as noted above no SOX or Particulate matter and carbon neutral CO2. The same type of gasification plant again using a Fischer Tropsch unit, but producing sustainable FTDiesel fuel has the same emission benefits and we have been asked by Maersk to develop projects at 15 ports around the world where we would build sustainable FTDiesel fuel for their ship fleet. This same diesel fuel is the focus of a project in Indiana to supply trains with such clean fuel.

I would also like to note that Solena is working with several partners in Italy to build decentralized 5mwh net units powered by 4 tons per hour of biomass to provide renewable power. One potential unit in the Port of Venice would also employ our algae tank farm design so that all emissions from the gasification unit would be used to feed algae, which we would harvest every eight hours and then fed into a gasification unit. This very efficient closed loop system would have no emissions and is considered to be carbon negative by the EU. Thus, it will give the Port of Venice the power it needs without any emissions. Of course, on all of these clean energy projects in Italy, we are looking for government support, incentives, and assistance in moving them forward.

If you have any questions, please let me know. The following is our recent press release about the British Airways biojet fuel project in East London, UK:

Come lo vedono i suoi "amici"

Questo articolo scritto da Giuliano Ferrara per il Foglio lo dedichiamo a tutti coloro che ci accusano di avercela con il Cavaliere)
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- SI STA COME D'AUTUNNO...
Giuliano Ferrara per "Il Foglio"


Ha cacciato Fini e ha perso la maggioranza. Ma non basta, non è tutto, non è questione di pallottoliere, non è la cosa più grave. Cacciando Fini, invece di integrarlo con compromessi politici a lui stesso utili, in attesa di uno stemperamento della propria anomalia istituzionale, il Cav. ha creato il competitore che mancava per la guida della destra bipolarista, gli ha dato anche l'aureola del martirio per la brutalità dei modi e per la lunga e incresciosa campagna di denigrazione personale.
Dentro, Fini era un aspirante successore e il profeta di un rinnovamento di là da venire; sbattuto fuori senza tanti complimenti, un avversario mortale con spazio ampio di manovra. Ora Fini può triangolare in perfetta autonomia politica con il centro casiniano, con le opposizioni, con i poteri forti cosiddetti; e nel contempo può cercare di restare, a certe condizioni, le più utili per sé, nel perimetro della governabilità uscita dalle urne di due anni e mezzo fa.
Può discutere senza complessi con Bossi, inverosimilmente rafforzato dal comportamento autolesionista del Cavaliere, e decidere su quali temi, in quali circostanze, con quali sfumature mettere sotto e umiliare la ex maggioranza. Soprattutto, Fini è il terminale di una nuova Stimmung, di uno stato d'animo che si diffonde: e se facessimo a meno di Berlusconi, che tanti problemi ci pone?
Fanno male i video con i pedinamenti di Lele Mora che va a una festa ad Arcore accompagnato da belle ragazze. Fanno male non perché abbiano un qualche significato morale, ma perché dimostrano che il Cav., non si sa come, non si sa bene perché, è diventato un uomo di stato che non conta, che può essere messo alla berlina da gente che lo spia, che può essere tirato in ballo in storie urca-scandalistiche da una escort spacciatrice già confidente dei carabinieri, e l'impressione è che anche la convocazione al Comitato parlamentare sui servizi sia solo un tentativo di umiliazione politica ben congegnato e ben raccordato con tutto il resto.
Tutta la campagna sulla cricca aveva questo scopo di sfondo, la moralizzazione c'entrava niente: dimostrare che i carabinieri avevano mollato il Cav. e facevano quel che a loro piaceva, inventando quando non trovavano, e trovando fuffa da spacciare per romanzo criminale quando la fantasia veniva a mancare.
Letta è stato indebolito anche lui, un po' dal pettegolezzo maligno e un po' dalla rigidità sui conti di finanza pubblica, benemerita ma incapacitante, di Tremonti. Arriva infine il Giornale con il titolo: "Governo, si sfascia tutto", e un'intervista al Fatto di Feltri, che con stile cinico e brillante ha appunto "sfasciato tutto"; ora il Cav. è mollato in compagnia di Alessandro Sallusti, giornalista, e della Daniela Santanchè, pasionaria.
Non è bastata la logica di faida ex missina innescata dai colonnelli, che ha gravemente danneggiato il premier, adesso è la volta di Storace. Anche lui ha un diritto di veto sugli incontri politici del capo e dei suoi uomini o alleati.
Intanto i vescovi italiani, che non pranzano tutti a casa Vespa, reclamano sobrietà e una stabilità che non faccia galleggiare le istituzioni. La coda ruiniana del Forum delle famiglie si è agitata mestamente per tre giorni, ma il capo del governo non può recarsi a una conferenza strategica convocata e gestita dal governo. Confindustria ha già il piede sul predellino del carro vincente, è la sua missione storica. I giornaloni fanno la danza del ventre, al solito. La Rai è una fucina permanente di lazzi, frizzi ed eroismi dissidenti.
Può essere che usando in modo radicale del suo residuo potere di interdizione, una volta tornato da Seul e resosi conto della verità profonda della situazione in cui si è cacciato avvelenandosi con le sue mani, Berlusconi riesca a scompaginare ancora una volta, come un eterno comeback kid, tutti questi giochi.
Il potere di interdizione del vincitore delle elezioni si fonda sul suo seguito popolare ed elettorale, e sul suo consistente esercito parlamentare, ma dipende ormai quasi integralmente dalla benevolenza di Bossi e dalla fiducia in lui dei suoi del Pdl, sottoposti nel nord alla prospettiva di non essere rieletti. E nella Lega sono in atto, dalla base al vertice, sommovimenti tellurici, roba forte, roba che non si vede.
Però "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie", si affaccia un partito di piazzale Loreto, per adesso grottesco ma domani chissà, e la fuga dei ruffiani, dei profittatori e degli opportunisti, di cui già si era avuta qualche avvisaglia nei mesi scorsi, potrebbe farsi chiassosa e disordinata, con ulteriori effetti autunnali. Il tempo non lavora per il Cav., così sembra.
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Maurizio ci scrive da Torino


Caro Oscar,
ho letto con attenzione l'articolo di Ferrara ed i giornali di ieri e di oggi: Berlusconi é finalmente finito. Fini trionfa. Le puttane, o se preferisci le escort, popolano il Palazzo del potere. I magistrati,( con la bava alla bocca ), metteranno in galera Berlusconi. Viva Vendola. Viva Fini. Viva Bersani. Viva Casini. Persino Viva il siciliano Lombardo. Feltri doveva essere radiato e invece lo hanno sospeso solo per tre mesi. Questa é una breve sintesi. C'é chi dice che é giunto il 25 Aprile, domani sarà piazzale Loreto. Questa caro Oscar é la stampa italiana che, tolte due testate, é tutta di sinistra come le TV. Dicono che Berlusconi é il padrone despota delle televisioni e Santoro, Floris, Gad Lerner, Saviano e Fazio, Dandini ecc. gli unici che hanno il "coraggio eroico" di dire la verità. Questa é l'ultima di questa sera.Sai cosa penso? Che la maggioranza silenziosa per ora rumina e macina. Ne riparleremo il 28 Marzo, cioé il giorno dopo le elezioni. Cosa ne dici? Ti saluto.
Maurizio.
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Rispondiamo:

Chi crede che Berlusconi sia finito non conosce l'uomo. Dara' ancora molto filo da torcere ad amici, nemici e antipatizzanti.

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Saverio Gentile ci scrive e risponde a Maurizio


Berlusconi e' finalmente finito? Magari... e mi viene da sospirare. Non lo sapremo fino a quando scrivera' "Le mie prigioni (d'oro)". Ma non e' questo il punto, almeno il mio. Non e' la fine di qualcuno che dovrebbe fare notizia ma l'inizio di qualcosa. Ma questo qualcosa tutti gia' lo chiamano il dopoberlusconi che si sussegue all'antiberlusconi. Insomma, come disse qualcuno: parlate bene o male di me ma parlate. Il fatto stesso che per il signor Maurizio (e tutta la corte Berlusconiana) tutto cio' che si oppone a Berlusconi e' di sinistra conferma che la conveniente semplicita' dell'uso dello stereotipo e' scaduta nella degenerazione, lo slogan. Ma sono gli ultimi strascichi di una campagna mediatica a cui oramai non crede piu' nessuno. Perche' signor Maurizio, qua non si tratta piu' di essere contro Berlusconi ma contro le azioni distruttive dettate dalle sue chiamiamole cosi' idee. Sono certissimo che Lei e' una brava persona, onesta almeno, ora quindi risponda ad una domanda: Non appena Berlusconi si rende reperibile ai giudici (magari accompagnato per la mano dai suoi amici Ghedini o Fini qual'e' secondo lei la probabilita' che sia condannato per almeno uno dei crimini imputatigli? Per me questi crimini non hanno colore o odore. Se dunque lei e' davvero una persona onesta, questa domanda dovrebbe spaventarla ed allora si, ne riparleremo il 28 Marzo.

Saverio Gentile.

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Maurizio risponde a Saverio Gentile

Caro Oscar, vorrei rispondere al Sig. Saverio Gentile, non dopo averti ringraziato per la tua risposta. Veda Sig. Saverio, io sono uno semplice. A me basta che quando la maggioranza degli Italiani ha votato un qualunque personaggio politico mandandolo a Palazzo Chigi, la maggioranza degli italiani abbia diritto di essere governata da questo personaggio senza che un qualunque PM abbia la possibilità di mettersi di traverso. Come vede, ho pensieri molto semplici. La saluto con cordialità.

Maurizio.

In America 17 milioni di bambini affamati

(Photo by Lelli Asch)



"Quasi 17 milioni di bambini negli Stati Uniti non hanno un accesso valido al cibo di cui hanno bisogno per condurre una vita attiva e sana." Questo uno dei passaggi dell'intervento di Jeff Bridges al National Press Club di Washington, il punto di rtrovo piu' importante del giornalismo americano.


Ball Room strapiena e stuoli di donne di eta' diversa in adorazione del 'bel vecchio' di Hollywood, vincitore dell'ultimo Premio Oscar con la sua magistrale interpretazione in Crazy Heart.


In un paese come l'America in cui oltre cento milioni di persone su un totale di 304 milinioni sono obese il fatto che ci siano 17 milioni di bambini sottonutriti ha dell'incredibile.


Jeff Bridges ha fondato nel 1983 End Hunger Network che oggi e' confluita, insieme ad altre organizzazioni nello Share Our Strenght's No Kid Hungry, una campagna per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica su questo problema che coinvolge aspetti economici, culturali ed anche militari. Una larga percentuale di quelli che vogliono arruolarsi e' scartata per insufficienze fisiche dovute alla mancata o distorta alimentazione americana.


Jeff Bridges e' un uomo rinascimentale. Figlio e fratello di attori, suona e canta (in questi giorni e' a Washington per registrare un disco con la sua band), e' sposato da oltre trenta anni ed ha conosciuto quella che doveva diventare sua moglie mentre girava un film in Nevada e lei faceva la cameriera. Giornalista, disegnatore, vive in California. E' buddista e prima di recitare medita per mezz'ora sul set.


"Una nazione che non riesce a nutrire i suoi bambini e' destinata a scomparire", ha detto. E tutti si sono spellate le mani nell'applaudirlo. Compreso il Governatore del Maryland, il democratico O'Maley, che si e' assunto il compito di trainare gli altri colleghi governatori in un impegno bypartisan per cercare di contenere e risolvere questo drammatico problema sociale.


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Renato Romano scrive:


It is disgressful, lets involve Rotary clubs in Los Angeles and Washington to raise funds and awareness about this tragic situation in our country.
Best wishes
renato romano
turning boundaries into bridges

Un missile NN, figlio di genitori ignoti



Un elicottero di una stazione locale della CBS ha ripreso le immagini di un missile lanciato da una' localita' sconosciuta della Southern California a circa 35 miglia dall'isola di Catalina.

La scia del missile e' stata vista da Los Angeles.

Il bello e' che le autorita' del Pentagono interpellate con insistenza dai giornalisti della CBS si sono strette nelle spalle e non hanno saputo dare spiegazioni.

Negando comunque che vi fossero esercitazioni effettuate dalla Navy nell'area da cui e' partito il missile.

Il portavoce del Defense Department ha detto che non sembra si trattasse di un missile militare e ha sottolineato che da parte loro non vi era alcun allarme.

Il North American Aerospace Defense Command ha diffuso una nota che dice: "There is no indication of any threat to our nation." (Non c'e' alcuna indicazione di una minaccia alla nostra nazione.)

Tutte le Agenzie governative non hanno idea di chi possa avere lanciato il missile. Una delle ipotesi e' che si tratti di un errore di qualche addetto che ha premuto per sbaglio un tasto, anche se qualcuno fa notare che il missile puo' essere stato sganciato da un aereo da combattimento.

Altri sostengono che potrebbe trattarsi inivece di un missile amatoriale. In America, e soprattutto in California, si tengono anche delle gare tra coloro che si cimentano nella costruzione e nel lancio di missili, come se fossero aeroplanini radiocomandati.

L'unica speranza e' che il missile lanciato, se costruito da qualche dilettante, non sia il rodaggio di un nuovo programma di aggressione agli Stati Uniti condotto da formazioni paramilitari riferite ai fondamentalisti islamici.

Oltre i conFINI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Chi c'è dietro Fini ? Perché non ci aiuti a capire la Verita'? Grazie e molti cordiali saluti dall'Abruzzo e dall'Italia Federale. Nicola.
nicola.facciolini@tin.it

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Caro Oscar, come mai tu, così pronto sempre ad indignarti per errori, gaffes, indagini più o meno infondate sul nostro- eletto dal popolo Presidente del Consiglio - oggi, che avresti come argomento succulento un Presidente della Camera,(super partes, figuriamoci!) che fonda un suo partito che ha votato un mese fa la fiducia al Governo, e oggi la ritira, per di più formulando scenari di crisi extraparlamento, cosa sempre aborrita da tanti Presidenti della Repubblica, (quasi tutti di sinistra ), in passato, ebbene oggi parli di sushi ! Rispetto le scelte politiche ed informative di chiunque (cfr. Voltaire), però...Francesco
fponzetta@libero.it

Rispondiamo:

Gentile Mr. Ponzetta,
Di Fini hanno ampiamente sparlato i media che sono di proprieta' della famiglia Berlusconi. E, trattandosi di propalatori di notizie poi smentite con conseguenze penali e professionali, cosa vuole che possa aggiungere al di la' dell'Atlantico?
Quanto al Cavaliere talvolta ne parlo sulla scia delle reazioni che la stampa di questo Paese dedica alle avventure e gaffes del Vostro. E che non giovano all'immagine complessiva dell'Italia e mettono in imbarazzo noi italiani che viviamo all'estero. Ma, come Lei mi insegna, l'informazione in America e' in mano ai comunisti antiberlusconiani.
Mi creda con viva e attonita simpatia
Oscar
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Come al solito, grazie caro Oscar. Però, quanti ti scrivono! Che ti insultino o che ti approvino, a mio parere, va comunque bene. Si vede che fai pensare; magari incazzare oppure gioire. A me non sembra affatto poco. Complimenti, dunque. Maurizio. (Torino)

Il Sushi nudo all'americana


Si chiama "nyotaimori" ed in giapponese significa celebrazione della bellezza femminile (ma volendo, anche maschile)utilizzando delle modelle che sdraiate su un bancone ed infiorettate e dipinte, sono cosparse di sushi.

I clienti intono al tavolo prendono quello gli piace e se lo mettono nel piatto. Fine dello spettacolo. La modella indossa, si fa per dire, un tanga, deve lavarsi con una doccia antibatterica, prima di distendersi sul tavolo.

L'ultimo ristorante del tipo "naked sushi" e' stato aperto a Punta Gorda, tranquilla localita' della Florida abitata soprattutto da anziani e considerata come altre cittadine di questo stato un cimitero degli elefanti. Gli altri "naked sushi" sono per il momento aperti a New York, Los Angeles e Miami.

Le modelle per stare un'ora distese sul tavolo, inbrattate di sushi, prendono dai 100 ai 200 dollari. Devono stare immbili e non reagire ai commenti salaci degli avventori che si sono gia' carburati con qualche Martini. Il costo per il cliente varia a seconda del menu ordinato ed e' sempre piuttosto salato.

Quello che stupisce e' che le autorita', che sono sempre molto rigorose nel rispetto delle norme sanitarie nei ristoranti, consentano l'apertura di 'naked sushi' che certamente non sono il massimo in fatto di igiene visto che il cibo e' a diretto contatto con le varie parti del corpo della ragazza.

E sorprende anche il silenzio delle vivaci associazioni di femministe per le quali l'uso del corpo di una donna al posto di un vassoio non e' criticabile. Ma il tutto rientra nella tradizione delle fanciulle poco vestite che spuntano dalla mega torta di compleanno di tanti addii al celibato.

(il disegno e' tratto da Vanity Fair)

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Altro che bunga bunga!
Lo sapevi che in certi ristoranti per adulti le cameriere non indossano le mutande e portano scarpe con gli specchi, in modo da favorire i voyeurismo?

Carlo [jonny.pixel@libero.it]

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Carissimo Oscar,

Non saprei dire in Giappone, ma qua da noi (Brasile) si tratta di... un'antica usanza...
Alcuni Naked Sushi nei dintorni del rione Liberdade (una grossa Chinatown Nippo-Coreana) essendo, credo, le modelle troppo piccole, sono obbligati ad usare quasi tutto il corpo.
Dopo qualche saké... beh, lasciamo andare. Ti diró appena che una delle "prove" difficili é prendere un sashimi (sushi sarebbe immorale, credo) dal "piatto" senza gli ohashi...e, logico, con le mani dietro la schiena.

Saluti cordiali

Massimo

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L'America del "machisenefrega" ha vinto.

Gli americani hanno votato. E la House of Representatives e' slittata di nuovo nelle mani dei repubblicani. Per il Presidente Obama sara' sempre piu' difficile governare nei prossimi due anni di mandato. E quasi sicuramente non sara' rieletto.
I 15 milioni di senza lavoro, i 50 milioni di persone che non hanno una assicurazione sanitaria, machisenefrega.
Le industrie dell'auto a Detroit che chiudono decine di impianti con migliaia di lavoratori licenziati, (ed allora bisogna dargli miliardi di dollari di ossigeno), le istituzioni bancarie che falliscono, quelle che impongono sulle carte di credito dei tassi da strozzinaggio, i milioni di cittadini che si sono visti portare via la casa perche' non possono pagare il mutuo, machisenefrega.
La guerra in Irak e quella in Afghanistan con migliaia di soldati americani morti, con decine di migliaia di veterani che tornano mutilati nel fisico e nel morale. Machisenefrega (tanto si tratta di un lavoro e quelli che vanno sotto le armi sono in genere disoccupati. E poi, guarda quello che e' successo in Irak dove le imprese petrolifere americane sono ritornate alla grande escludendo la concorrenza, Che mente lucida quel George W. Bush).
Il pozzo della BP nel Golfo del Messico che ha messo in pericolo tre stati della Federazione. Il fatto che Obama sia riuscito a farsi dare 25 miliardi di dollari dalla BP (che proprio nei giorni scorsi e' ritornata ampiamente in attivo). Machisenefrega e poi Obama ha messo in difficolta' le aziende del petrolio bloccando per mesi le estrazioni perche' vuole vederci chiaro con i permessi facili.
La riforma sanitaria, machisenefrega. Chi non ha soldi per pagarsi l'assicurazione che vada a farsi fottere.
Obama che vuol aumentare le tasse ai ricchi e diminuirle ai poveri. Machisenefrega. Sono i ricchi che tirano la nazione non i chicanos ilegali venuti dal Messico e San Salvador.
Il fatto che in piu' di 200 anni di storia della nazione americana un nero sia il Capo della Nazione e che le minoranze abbiano finalmente la possibilita' di fare sentire la loro voce. Machisenefrega. Quanto all'abbronzato della Casa Bianca chissa' che qualcuno delle decine di complotti e attentati scoperti ogni giorno dallo FBI non possa andare a buon fine. Il caso del cattolico Kennedy alla Casa Bianca dovrebbe ricordare qualcosa.
L'America del machisenefrega, paludata nella bandiera a stelle e strisce, alla scoperta fasulla di un patriotismo i cui fili sono tirati dai soldi di alcune grandi corporation ha detto basta all'esperimento Obama. Meno governo, meno spese, e gli 'animal spirits' provvederanno a rimettere in moto un Paese che, sia sul piano economico che su quello dell'istruzione generale, e' precipitato a meta' della classifica mondiale. Machisenefrega.
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marco-comelli@libero.it
ci scrive:

"Bartoli, ma vai a ....."

La nostra risposta

Mr. Comelli:
Non riusciamo a dormire. Ossessionati come siamo dal suo invito ad andare...dove?..a fare che cosa? Ce lo indichi pure con il dito medio alzato come usa fare il ministro Bossi....oppure in maniera esplicita, citando a conforto della sua teoria il 'bunga,bunga' che le gazzette italiane indicano essere il divertimento delle nottate rilassanti di un noto e strapotente miliardario italiano. Ma non ci lasci nell'angoscia. Per quanto ci riguarda noi le auguriamo tutto il bene possibile, a parte i travasi di bile.
Letter from Washington"
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Maurizio da Torino ci scrive

"Caro Oscar,
importante il tuo articolo intitolato "ma chi se ne frega". Io non sono abbastanza addentro alle cose politiche e sociali americane per poter dare un giudizio. E' certo che l'elezione di Obama aveva creato in molti molte speranze. E' vero anche che é stato scalognato tra la crisi mondiale, il petrolio che fuoriusciva e la violenta opposizione al suo piano sanitario che comportava un aumento delle tasse. Chissà, forse senza questi accidenti magari non avrebbe deluso. Sai che cosa mi ha colpito molto nel mio recente viaggio a New York e Washington? Ho scoperto che cosa differenzia gli Americani da noi Italiani. In USA si segue la filosofia della Legalità, da noi quella dell'Umanità. Ti confesso che sto cercando di ragionare su cos'é meglio. Ho molti dubbi sia in un senso, sia nell'altro. Grazie comunque perché il tuo articolo fa riflettere. Cordiali saluti,
Maurizio.

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Marco Saladini ci scrive dal Vietnam

"Caro Oscar, ho seguito meglio che ho potuto dal Vietnam, dove vivo da qualche anno per lavoro, le elezioni statunitensi. Sono d'accordo con te che l'egoismo della classe media conservatrice ha prevalso. D'altra parte bisogna ammettere che i programmi sui quali è stato eletto Barack Obama sono stati realizzati solo in parte, sia pure per i motivi in parte tratteggiati da Maurizio. Non sarei però così pessimista da arrivare a dire che Obama non sarà di certo rieletto. Immagina infatti uno scenario nel quale a. l'economia si riprenda, creando quei posti di lavoro che hanno fatto in parte la differenza in questa tornata elettorale, b. il governo riesca a evitare le trappole e gli ostacoli più evidenti in parlamento e a portare a casa alcuni ulteriori risultati, specialmente attuando con rigore quanto già approvato nel primo biennio del mandato e c. la base democratica si risvegli da un riposo sugli allori che ormai non è più compatibile con l'attivismo della base di opposto colore (tea parties e non solo). In uno scenario siffatto, forse ci starebbe un secondo mandato a Obama, non credi?
Un caro saluto e complimenti per il blog.
Marco Saladini"
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La nostra risposta

Caro Marco:.
Grazie per il tuo bellissimo commento.
Speriamo che l’ottimismo della ragione (tanto per citare Gramsci) possa vincere.
Il Presidente Obama si trova ora ad affrontare un percorso molto difficile: i repubblicani nella House faranno di tutto per metterlo alle corde, per poi addossargli la responsabilità dei fallimenti.
È una vecchia tecnica, ma funziona sempre alla grande.
Se la situazione economica migliorerà il merito sarà solo loro perché avranno creato le condizioni per un minore intervento del governo.
Se la situazione precipiterà sarà colpa solo del Presidente.
Non mi sembra una bella prospettiva, comunque la si giudichi.
Raccontaci cosa fai in Vietnam.
I wish you all the best.
Oscar
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Caro Bartoli, non mi sembra una tragedia: è solo democrazia. Il popolo si è espresso ed Obama dovrà dialogare anche con l'altra America.
Giuseppe Gambacorta Roma
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Olà Oscar, vedo che lei si preoccupa sempre delle arterie e del fegato di chi non fosse daccordo con lei. Le rendo merito: così si dimostra attaccamento al prossimo. Alla prossima magari si preoccuperà della digestione, per non parlare di cose volgari.
Per il resto è evidente il suo attaccamento alla democrazia: se va come dice lei, la gente è intelligente, illuminata, colta. Guai però a pensarla diversamente: trattarsi di bischeracci, venduti se va bene, sennò coglioni di prima mano, similmente a quanto in passato asserito dal nostro Premier. Il Dubbio, come a tanti suoi omologhi, non la sfiora neanche. Buon sangue non mente, scuola pura fascista, o comunista, come preferisce, tanto è l'istess.
lorenzo cafaro [lorenzo.cafaro@gmail.com]
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la nostra risposta:

Vedo che Lei se le canta e se le suona. Continui pure, se le fa bene. Se non le piace quanto scriviamo e' sempre libero di cancellare il suo nome.
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Caro Bartoli
Buono l'articolo L'America del chisenefrega ha vinto! Bravo! Si vede però che è un pò che sei lontano da Roma e dai romani. Avresti dovuto scrivere "macchissssenefrega" con almeno due c e almeno tre s.
Ridiamo x non piangere. Salutoni

Kathia
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Ti sbagli di grosso; ha vinto la vera America che di socialismo non ne vuol sapere.
Rwenzo Rosa
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Gentile Dottor Bartoli.

Lei vive negli States e ha un passato di rilievo come dirigente di aziende e giornalista . Il quadro dell'elettorato USA che lei dipinge nel suo articolo "machisenefrega " deve pertanto essere molto vicino alla realtà. Le confesso che tale quadro non collima con l'idea che avevo di tale elettorato. Pensavo che gi USA avessero due partiti che che io consideravo grosso modo di centro , con differenti soluzioni per molti problemi politici e sociali ma comunque soluzioni sostenibili e non contrapposte per puro spirito di contrapposizione , e dove l'elettorato ragiona abbondantemente in modo pragmatico e non dogmatico.
Ho difficoltà a credere che lo scenario invece assomigli a quello italiano dove una parte identifica l'altra come il male e se stessa come il bene e dove il verbo del partito è un dogma per l'elettorato che lo sostiene e pertanto poco ragiona sulla bontà per il paese delle scelte del partito.
Distinti saluti

Claudio Franza