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Varie, Svariate e Avariate

 
Ho trascorso parte del Ferragosto aspettando al Dulles Airport che la torre di controllo desse il benestare per il mio volo United con destinazione Roma.

All'inizio di questo lungo pomeriggio le informazioni erano poche e scarse. Con un'ora di ritardo ci hanno imbarcati. Dopodiché abbiamo atteso altre due ore prima che finalmente l'aereo decollasse.

La spiegazione finale di tanto ritardo era costituita dalle avverse condizioni meteo su tutto il nord-est del continente americano ed in particolare sull'area New York.

Con tanti saluti a tutti i denigratori della teoria della riscaldamento globale che, secondo gli ultimi accertamenti scientifici, classifica lo scorso luglio come il più caldo della storia. Quanto al 2016 i dati prevedono un ulteriore sfondamento.

Gli 11 morti della alluvione nei giorni scorsi nella martoriata Louisiana sono una ulteriore dimostrazione, ammesso che ce ne fosse bisogno, della malattia ecologica che affligge il nostro pianeta.

Arrivati a Roma scopriamo, almeno nelle prime ore, una città gradevolmente scarsa di traffico (evviva il Ferragosto) e sufficientemente pulita anche nelle aree vicine alla stazione Termini che in questi giorni di esodo volontario sulle spiagge, in montagna, all'estero, è il punto di riferimento per chi voglia acquistare qualcosa visto che la maggior parte degli esercizi commerciali è chiusa per ferie.

Alla ricerca di un bar aperto ci siamo imbattuti in un piccolo esercizio di proprietà di un giovane del Bangladesh da 15 anni residente in Italia. Parla perfettamente l'italiano, il prossimo anno otterrà la cittadinanza, grazie a sua moglie prepara ottimi sandwhich e tramezzini.

Ziaul, questo il suo nome, sente ancora prepotente il richiamo delle sue radici nazionali. Vorrebbe tornare a casa, ma ormai non vi sarebbero più opportunità per lui e sua moglie di costruirsi una vita simile a quella che sono riusciti a farsi in Italia.

Questa storia e molte altre analoghe dovrebbero essere portate a conoscenza dei leaders arruffa popoli che si esibiscono nelle piazze televisive contro gli immigrati, che rappresentano sotto molti punti di vista un serio problema per l'asmatica società italiana, ma sono anche una molla di energia e di intraprendenza in un paese in cui larga parte della gioventù è seduta in attesa che qualcuno discenda dall'alto a risolvere i problemi di una nazione che ha rinunciato da tempo a fare figli.

Dopo avere pagato 50 euro per riattivare il router portatile che mi consente di collegarmi a Internet, dato che in Italia la diffusione della Wi-Fi su larga scala è ancora lontana dal venire, ho letto sul Washington Post che Donald Trump ha fatto l'ennesimo repulisti nella sua squadra dopo la notizia pubblicata dal New York Times secondo cui il capo del suo team, Manafort, avrebbe ricevuto milioni di dollari un paio di anni fa per la sua consulenza agli ucraini filo russi.

I media americani registrano anche il distacco crescente tra Hillary Clinton e Donald Trump. Ma non ce la sentiamo di anticipare il successo della ex first-lady perché dalla parte di Donald Trump ci sono milioni di persone, molte delle quali non hanno mai votato, che stanno andando a registrarsi per lo scontro finale del prossimo 8 novembre e che vogliono demolire una società da sempre basata sul 'politically correct'.

La voglia di dire parolacce, insultare pubblicamente il nostro prossimo, sta debordando dai canali televisivi a pagamento e ha trovato da più di un anno ormai il suo alfiere nel palazzinaro di New York che sta sconvolgendo tutti i canoni di austera convivenza della politica americana ed in particolare del partito repubblicano al quale, solo formalmente, dice di appartenere, in mezzo allo sgomento dello establishnent del GOP.

I media italiani stanno dando risalto a quanto pubblicato dai principali giornali americani ieri che annunciano tragedie prossime venture per l'Italia quando il referendum dell'ottobre-novembre dovesse dare il benservito al primo ministro Matteo Renzi.

I connazionali impegnati sulle spiagge credono che lo stellone italico riesca ancora una volta a fare il miracolo.

Noi, sommessamente ammaestrati da anni di America, sappiamo che una nazione si muove secondo le stesse linee guida di un bilancio familiare: se moglie e figli spendono e spandono allegramente senza alcun controllo, lo stipendio del capofamiglia non è sufficiente a coprire il tutto.

Negli Stati Uniti il detestato nero (stavo per dire "negro") che sta per lasciare la Casa Bianca dopo due mandati, è riuscito a rimettere sul binario il treno dell'economia americana che era stata dilaniata dalla crisi del 2008, ceduta al nuovo e giovane presidente da quel George W. Bush, incompetente pupazzo nelle mani di un comitato d'affari presieduto dal vice presidente Dick Cheney.

Molti ristoranti del centro storico di Roma riapriranno il 30 agosto. Buone ferie.

Oscar